Si sta indagando sulla gestione ottimale delle risorse alimentari e sta cercando di evidenziare idonei strumenti alternativi e più efficienti rispetto a quelli esistenti che favoriscano comportamenti virtuosi in termini sia di sostenibilità economica che di benessere sociale in questo peculiare settore della realtà umana.Per potere scientificamente valutare politiche ambientali in un processo di interazione multilivello, anche attraverso la evidenziazione del potenziale dei c.d. rifiuti come beni-merci riutilizzabili (al di là dei prevedibili profili di responsabilità per pratiche sleali o addirittura penali dei soggetti coinvolti nella filiera della c.d. agropirateria), è il tempo di valorizzare l’adozione di una politica alimentare globale che porti alla piena tutela del diritto al cibo e al raggiungimento della sovranità alimentare, che ormai sembrano segnare l’attuale frontiera dei diritti individuali e collettivi a contenuto sociale. Tutto ciò, interrogandosi su quale sia la valenza normativa nel sistema giuridico unionale della cosiddetta sostenibilità: se sia clausola generale o sia principio, se sia sostenibilità nella direzione della prevenzione o sostenibilità nella direzione del benessere sia dell’umanità oltre che delle imprese.
Se, cioè, la prospettiva sia solo quella della conservazione e del ripristino, o anche quella della transizione, verso una innovativa conservazione.